John Mayall: Il Leone del Blues
Scrivo di getto queste righe per celebrare in maniera semplice ma il più possibile concisa la dipartita di uno dei grandissimi del blues mondiale e della musica tutta perchè la sua influenza sui principali musicisti britannici e non solo nella prima metà degli anni sessanta è semplicemente fondamentale. E poi se parliamo di blues probabilmente John Mayall era l’ultimo grande vecchio rimasto in vita che ha calcato i palchi fino a pochissimo tempo fà. Parlavamo di influenza sulla stragrande maggioranza dei musicisti britannici dei sixties, qualche nome?
John Mc Vie, Eric Clapton, Mick Taylor prima di entrare nei Rolling Stones e ancora Jack Bruce, Larry Taylor, Peter Green e altri. Solo a nominare questi musicisti vengono i brividi e quindi il sottoscritto che conduce una trasmissione come Fragile su Jolly Roger Radio è semplicemente chiamato alle armi.
Nato a Macclesfield sobborgo di Manchester il 29 novembre del 1933, figlio di un appassionato di jazz da cui erediterà la passione per quella musica e per il blues e si dedicherà all’armonica, al piano e alla chitarra come autodidatta, poi una volta imparato i rudimenti si iscrive all’istituto d’arte ed entra nell’esercito britannico dove combatte in Corea. Ma è nel 1956 che inizia a suonare seriamente e si muove verso Londra dove trova un certo Alexis Korner che fà da chioccia alla maggioranza di musicisti di formazione blues. Forma i Bluesbreakers con Hughie Flint alla batteria, Roger Dean alla chitarra e John McVie al basso ed esordisce con un disco live nel 1965 registrato il 7 dicembre 1964 al Klooks Kleek di Hampstead, locale importante per la diffusione dei germi blues, jazz e skiffle a Londra. E’ un disco piacevole dove John Mayall ha già una grande padronanza del palco.
Ma è con il secondo album del 1966 con Eric Clapton alla chitarra che si ascoltano le scintille, registrato a West Hampstead ai Decca Studios e prodotto da Mike Vernon eminenza grigia del british blues l’album è famoso anche con il nome Beano in quanto sulla foto di copertina Eric Clapton legge il fumetto omonimo. In un paio di pezzi suona Jack Bruce e quindi si creano le basi per Cream. Segue Hard road dove al posto di Clapton c’è Peter Green un altro manico da paura e alla batteria Ansley Dunbar. A questo punto posso segnalare fra gli album da avere Crusade, Blues alone e soprattutto Blues from Laurel Canyon, località nei pressi di Los Angeles dove si trasferirà nella seconda metà degli anni sessanta in maniera definitiva. A Laurel Canyon troverà una grossa comunità di musicisti che sceglieranno il luogo per lo scenario naturale e le buone vibrazioni. Da segnalare anche Jazz Blues fusion e mi fermo qui in quanto la discografia di John Mayall è sterminata. Fragile ovviamente ricorderà il vecchio leone del blues.