La musica nel sangue e il musical nel cuore: intervista al regista Salvatore Sito.
Salvatore, ci racconti il tuo rapporto sia personale che professionale con la musica?
Con la musica ho un rapporto intimo e tumultuoso, un dialogo che non si interrompe mai. Non passa un solo pensiero che non sia da essa accompagnato, scandisce il ritmo delle mie giornate ed enfatizza i miei stati d’animo. A volte sembra giocare a nascondersi tra le cose, stimolando la mia curiosità: una lavatrice in funzione che ispira un coro, riconoscere quale strumento sta usando il dentista in base alle diverse altezze del suono che produce.
La musica mi ha insegnato, soprattutto, che alcune cose (quelle più profonde) non si possono raccontare con le parole. Ed è per questo che avere un rapporto tanto intimo con essa è fondamentale per riuscire nel mio lavoro.
Nel teatro musicale la musica non è mai un semplice accompagnamento, ma contiene una drammaturgia propria, ci deve raccontare delle cose. Per poter essere in grado di restituire allo spettatore le intenzioni dell’autore, quindi, la musica bisogna essere in grado di leggerla, sentirla, immaginarla.
La musica ha scelto te o tu hai scelto la musica?
La musica ha scelto me, senza dubbio. Il mio è stato un percorso naturale, spontaneo, non cercato. Non ho mai pensato di avere scelta in questo senso. Anche quando ho attraversato momenti di sconforto e avrei voluto mettere tutto da parte, mi è stato impossibile riuscirci.
Il tuo rapporto con la musica è cambiato negli anni?
Il mio rapporto con la musica non è cambiato, anche se con il passare degli anni ho dovuto imparare a gestirlo. Il teatro mi ha dato disciplina e la possibilità di sviluppare un mio linguaggio, affinché questa forte componente istintiva riuscisse a trovare una forma espressiva efficace.
Il musical è un genere molto particolare che richiede capacità interpretative su diversi livelli. Come selezioni le persone adatte a portare in scena i tuoi personaggi?
Anche in questo caso la componente musicale è il punto di partenza.
Gli attori scelti devono prima di tutto rispettare le caratteristiche che la scrittura musicale impone al ruolo, dopodiché si valutano le competenze/abilità, il background, l’aspetto fisico, ma anche l’energia, l’equilibrio con gli altri attori, il potenziale di crescita, la risposta emotiva, sono davvero tanti gli aspetti da tenere in considerazione nel fare una scelta ponderata.
Un regista si occupa davvero di tante cose! Qual è l’aspetto che ti piace di più del tuo lavoro?
Mi appassiona l’analisi concettuale, lavorare sull’opera alla ricerca di contenuti, connessioni che mi permettano di raccontare quella storia in un modo nuovo, senza però in nessun modo alterarne lo sviluppo e il significato originale. Mi piace poi lavorare alla costruzione di un’estetica che sposi perfettamente il concept realizzato e alla ricerca del relativo linguaggio con gli attori.
Raccontaci qualcosa di più su come sei diventato un regista di musical.
Sono diventato un regista dopo aver capito che quella del palcoscenico non era la mia dimensione. Averlo vissuto, però, mi permette di capire le difficoltà a cui gli attori vanno incontro, di capire i momenti e di sapere fin dove posso arrivare a pretendere e dove invece è necessario fermarsi.
Sei riuscito a fare tutto da solo, o ci sono altre persone che lavorano con te?
Il regista in genere ha la fortuna di poter scegliere il suo team, ed io mi sono circondato di persone straordinarie. Grandi professionisti ma anche grandi persone, con le quali giorno dopo giorno si alimenta un rapporto di fiducia e stima reciproca.
Prossime tappe per il musical della Famiglia Addams?
Alessandria, Ravenna, Pescara, Sondrio, Firenze, Napoli, Montecatini, Ascoli, Conegliano, Grosseto, Rovigo, Bologna e Rieti. Troverete tutte le info su www.lafamigliaaddams.it.
Nuovi progetti in vista?
Sto lavorando ad un progetto di regia per “Tosca” di Puccini che debutterà nel 2025 e su altri progetti operistici che purtroppo non posso ancora anticipare, oltre alla produzione di un nuovo musical inedito con Compagnia della Corona: “Arsène Lupin, ladro gentiluomo” con mio libretto e musiche originali di Paola Magnanini che debutterà a fine 2025.
Un’aforisma per la nostra redazione di Erre18.
Una citazione dal mio nuovo libretto di “Arsène Lupin”: “Tutto nasce da una cosa che finisce“.