Amici di Piero: il battito solidale di Torino
Ogni anno, quando le luci fredde di dicembre avvolgono Torino, un calore si accende nel cuore della città. È il battito solidale degli “Amici di Piero”, un concerto che da un quarto di secolo trasforma le note in un abbraccio per chi ha più bisogno.
Il 7 dicembre 2024 di quest’anno, la 25esima edizione ha risuonato potente tra le mura delle Officine Grandi Riparazioni, un luogo simbolo della città e dal 2017 luogo di rinascita culturale e creatività.
Permettetemi di portarvi dietro le quinte, nel cuore pulsante di questa storia. Dai tempi di Radio Flash 97.6, ho avuto il privilegio di far parte di questa macchina di solidarietà. Non eravamo semplici spettatori, ma ingranaggi di un meccanismo ben oliato, mossi da un unico scopo: donare un sorriso a chi ne ha davvero bisogno.
Questa non è solo la storia di un concerto; è la storia di un ricordo che vive ogni giorno. Tutto è iniziato nel 1999, quando la musica di Torino ha perso una voce amica, quella di Piero Maccarino. Per onorare la sua memoria, un gruppo di amici ha trasformato il dolore in un atto d’amore, creando un evento che negli anni è diventato un faro di speranza. A Piero si è unita nel ricordo Caterina Farassino, un’altra anima preziosa strappata troppo presto, e con lei altri amici che hanno lasciato un’impronta indelebile nella scena musicale locale.
Le prime edizioni erano dei piccoli raduni di cuori generosi che si univano nel nome dell’amicizia e della musica. Poi, anno dopo anno, quella scintilla iniziale si è trasformata in un incendio di solidarietà, attirando sempre più artisti, sempre più pubblico, tutti mossi dalla stessa eco interiore: fare la differenza.
Ho negli occhi le immagini dell’edizione 2024: la Sala Fucine vibrante di attesa, il susseguirsi di artisti che hanno donato la loro arte con uno spirito di unione che non si vede spesso a Torino, anche se vive sempre in tutti noi. Ritmiche incalzanti degli Africa Unite, l’energia contagiosa dei Subsonica, le parole graffianti di Willie Peyote, e tanti altri ancora. Ognuno di loro, con la propria unicità, ha contribuito a tessere una tela sonora di speranza per la Fondazione Caterina Farassino, il cui impegno è rivolto ai bambini che affrontano sfide difficili.
Il tutto condito come sempre dalla grande conduzione del dottor Mungo, che per questa edizione è stato affiancato da Gianluca Cato Senatore; due delle figure più amate del panorama musicale torinese dagli anni 80 ad oggi.
Ma ci tengo a ricordare tutti coloro che sono saliti su quel palco, quella sera del 7 dicembre: Africa Unite, Black Mungo, Casino Royale, Fratelli di Soledad, Krakatoa (Dj Set), Luca Morino, Mahout, Mazaratee, Medusa, Omini, Persiana Jones, Run + Bianco, Statuto, Subsonica, The Bluebeaters, The Cotton Dukes, Willie Peyote.
Ad oggi, come presidente di ERRE18: La Casa degli Artisti, nel proseguire la missione di Radio Flash 97.6 e CortoCorto, dopo le vicessitudini del Covid-19, ho voluto tornare ad amplificare questa voce, raccontare questa storia a chi ancora non la conosceva. Ho catturato le emozioni, trasformate in onde radio e in immagini, creando un ponte tra il palco e il cuore di ogni ascoltatore.
Essere lì, non solo come spettatore ma come parte attiva, mi ricorda sempre che la musica ha un potere che va oltre l’intrattenimento. È un linguaggio universale che sa unire le persone, abbattere i muri dell’indifferenza e trasformare un semplice accordo in un gesto concreto di aiuto.
La storia degli “Amici di Piero” è una sinfonia che continua a suonare da 25 anni, un promemoria che anche nei momenti più bui, la luce della solidarietà può brillare intensamente. È un invito a non dimenticare, a sostenere chi si impegna per un futuro migliore, e magari, un giorno, a unirsi a questo coro di cuori generosi. Perché ogni nota, ogni applauso, ogni piccolo gesto contribuisce a scrivere il prossimo capitolo di questa meravigliosa storia.